246. 

PROPOSIZIONE PRINCIPALE PROPOSIZIONE DIPENDENTE
1. dato un tempo presente si avrà
o un futuro semplice o un futuro anteriore un presente, se l’azione è contemporanea a quella del verbo principale un perfetto, se antecedente un futuro, se susseguente
audio quidnon dubito quin agas veniat egeris venerit acturus sisventurus sit
2. dato un tempo storico un imperfetto, se l’azione è contemporanea a quella del verbo principale un più che perfetto se antecedente
audiebam quidaudiviaudiveram ageres egisset acturus esset

1. Modo di rendere in latino i gerundi italiani. Il gerundio italiano si può rendere, secondo i casi, in vario modo in latino:

a) se indica mezzo o modo, si traduce con il gerundio ablativo senza preposizione;

b) se assume valore temporale, può tradursi con dum, cum, postquam e l'indicativo;

c) se ha funzione di proposizione causale o concessiva, si esprime con cum e il congiuntivo, secondo le regole della consecutio temporum;

d) se corrisponde alla protasi di un periodo ipotetico (cfr. § 248 bis), può risolversi nella protasi stessa;

e) in tutti i casi, quando lo permetta la natura del verbo, può essere reso con un participio presente o perfetto concordante con il soggetto della proposizione reggente o nell'ablativo assoluto, purché si avverino le condizioni necessarie per l'uso dell'ablativo assoluto stesso (cfr. § 253).

2. Le proposizioni consecutive con ut, ut non, qui, quin hanno per lo più il verbo a quel medesimo tempo che l'avrebbero, se queste proposizioni fossero indipendenti; però, secondo la regola generale, dopo un tempo passato nella proposizione principale si usa l'imperfetto del congiuntivo per indicare contemporaneità di azione specialmente dopo accidit, factum est, ut ecc. Socratis responso iudices sic exarserunt ut capitis hominem innocentissimum condemnarent (condannarono). Accidit ut Athenienses Chersonesum colonos vellent mittere.