239. 
Con i verbi di volontà la proposizione italiana al passivo si cambia in attiva, per esempio: “non si vuole amare la virtù”, diventa “non vogliamo amare” ovvero “non vogliono amare la virtù”, nolumus o nolunt amare virtutem.

c) Quando i verbi servili reggono un impersonale sia attivo (piget, pudet ecc.), sia passivo (mihi, tibi persuadetur, invidetur ecc.), si costruiscono essi stessi impersonalmente, per esempio: vos solet poenitere. Divitibus invideri solet. Mihi nunquam persuaderi potuit. Mihi videtur te poenitere neglegentiae tuae.


Uso dei tempi

240. 
1. L'uso e il valore dei tempi è in generale lo stesso in latino che in italiano. Tempi principali o assoluti sono il presente, il perfetto ed il futuro; tempi secondari o relativi sono l'imperfetto, il più che perfetto ed il futuro anteriore (futurum exactum). I tre ultimi sono chiamati secondari o relativi, perché sono sempre in relazione con il tempo di un'altra azione.

2. Il presente esprime ciò che ha luogo nell'atto stesso della parola, oppure ciò che suole avvenire o avviene in ogni tempo, e per conseguenza anche nell'istante in cui si parla. Lego hunc librum; gaudio afficior, dum lego. Cotidie aliquid scribo. Tempestas nocet frugibus. Deus mundum conservat.

Il presente serve ancora ad esprimere talvolta fatti passati, cioè:

a) come presente storico (§ 242);

b) con la congiunzione dum (§ 245);

c) nella citazione di un luogo d'uno scrittore, come in italiano, per esempio: Cicero dicit, patriam esse omnium nostrum parentem.

Si usa il perfetto per esprimere un'azione passata sia in relazione con il tempo presente, sia senza relazione di sorta con un altro tempo. Quindi si distinguono:

1. Il perfetto propriamente detto (perfetto logico), che indica un'azione passata in relazione all'effetto che dura tuttavia. A questo tempo corrisponde in italiano il passato prossimo.

Mundus a Deo creatus est. Virtutem ne de facie quidem nosti (hai imparato a conoscere, cioè conosci). Disertissime Romuli nepotum, quot sunt, quotque fuere, M. Tulli! Fuimus Troes, fuit Ilium et ingens gloria Teucrorum.

2. Il perfetto narrativo (perfetto storico), che indica un'azione passata senza relazione di sorta con il tempo di un'altra. Esso corrisponde al nostro passato remoto.