215. 
Allo stesso modo si dice, omettendo esse: sapientis iudicis videtur (sembra cosa da savio giudice); meum videtur (putatur, manet) (sembra, si crede ecc.) (debito mio; compito mio).

Anche facere si costruisce come fieri, con il genitivo possessivo. Totam Galliam suae potestatis fecit (recò in suo potere tutta la Gallia).

Dicendo hoc dicere arrogantis est (è da arrogante), si caratterizza una classe di persone; dicendo invece hoc dicere stultum est (è stoltezza) si caratterizza un'azione.



216. 
Genitivo oggettivo con i verbi di “ricordare”. I verbi di “ricordare” o “dimenticare” vogliono perlopiù nel genitivo il nome della persona o della cosa. Tali sono i verbi admoneo, commoneo e commonefacio aliquem (avvertire qualcuno, ricordare, ricondurre alla memoria qualcuno); memini e reminiscor (rammentarsi); recordor (ricordarsi); obliviscor (dimenticarsi); anche venit mihi in mentem alicuius (mi viene in mente, mi ricordo di qualcuno). Alcuni di questi verbi reggono alle volte anche l'accusativo o l'ablativo con de.

Res adversae admonent religionum. Grammaticos officii sui commonemus. Nemo est in Sicilia, quin tui sceleris ex illa oratione commonefiat. Animus meminit praeteritorum, praesentia cernit, futura praevĭdet. Proprium est stultitiae, aliorum vitia cernere, oblivisci suorum. Homo improbus ipse certe aliquando agnoscet et cum dolore recordabitur flagitiorum suorum. Venit mihi Platonis in mentem. - Recordor memoriam pueritiae ultimam. Libenter beneficia memini, obliviscor iniurias.

Con admoneo si adopera spesso il pronome o aggettivo pronominale neutro all'accusativo, come hoc te admoneo; multa me admonuit (non huius-multorum) (§ 202, 2). Similmente si dice hoc te moneo o moneo

te de hac re, non huius rei. Con obliviscor il nome di persona si mette sempre al genitivo, con recordor sempre all'ablativo con de; laddove il nome di cosa si costruisce perlopiù all'accusativo. Memini patrem, vuol dire “mi ricordo ancora di mio padre”; memini patris (mi viene in mente mio padre, penso ora a mio padre, oppure faccio menzione di mio padre”.

Circa il genitivo oggettivo con i verbi piget, pudet ecc. cfr. § 196.



217. 
Genitivo del delitto o della pena. Con i verbi “accusare, convincere, assolvere, condannare” il nome del delitto e talvolta anche quello della pena si pone di regola al genitivo (oggettivo). I principali tra questi verbi sono: accusare, incusare, arguere, insimulare (accusare); arcessere, postulare, reum facere (citare, chiamare in giudizio); coarguere, convincere (convincere); damnare, condemnare (condannare); absolvere, liberare (assolvere). Capitis reus (reo di morte, accusato di delitto capitale). Capitis aliquem accusare (accusare qualcuno di delitto capitale).