197. 
2. Gerere se (portarsi, comportarsi), affine di significato a praestare se (mostrarsi), non si accoppia con un aggettivo, ma soltanto con un avverbio. Turpiter se gessit, quomodo se gessit, ma invece: qualem se praestitit.



198. 
Doppio accusativo d'oggetto. 1. I verbi doceo e edoceo (insegno) vogliono all'accusativo così il nome di persona come quello di cosa.
In senso di “informare” vogliono il nome della cosa con de tanto nell'attivo, quanto nel passivo.
Philosophia nos multas res docuit. Ciceronem Minerva, omnes artes edocuit. Caesar Boios de adventu suo docuit.

Anziché doceor aliquid (sono ammaestrato in una cosa), si ricorre al verbo disco o instituor, disco aliquid, instituor aliqua re. Del passivo di doceo, edoceo si usa quasi soltanto il participio con l'ablativo, per esempio:
doctus litteris graecis. Se doceo regge un verbo, questo va all'infinito, per esempio: doceo te latine loqui.

2. Celo (nascondere) regge anche due accusativi, l'uno della cosa e l'altro della persona; si dice però anche celare aliquem de aliqua re. Nel passivo si usa sempre celor de aliqua re. Non te celavi hunc sermonem. Maximis de rebus a nobis celaris. Id celatus sum (con il pronome neutro all'accusativo).

3. I verbi posco (reposco) e flagito (chiedo, domando) vogliono il nome della cosa domandata all'accusativo. Se al nome della cosa va anche unito quello della persona a cui si fa la domanda, questo si può mettere anche all'accusativo o all'ablativo con ab, quindi: poscere o flagitare aliquem aliquid o aliquid ab aliquo (domandare una cosa a qualcuno o domandare a qualcuno di una cosa).

I passivi poscor, flagitor reggono il nome della persona in ablativo con ab, mentre quello della cosa si esprime con il nominativo.
Nulla salus bello, pacem te poscimus omnes. Caesar Aeduos frumentum flagitabat. Nihil a te posco. Quid artes a te flagitent, tu videbis. Id ex omnibus partibus ab eo flagitabatur.

I verbi postulare, petere (domandare, chiedere), quaerere
(interrogare, chiedere) non hanno mai all'accusativo il nome della persona a cui si rivolge la domanda o l'interrogazione. Le sole costruzioni usate sono le seguenti: postulare aliquid ab aliquo; petere aliquid ab aliquo; quaerere ex (ab) aliquo (domandare a qualcuno, cioè interrogarlo). Amicus ab amico nihil postulabit, nisi quod honestum est. Athenienses a Lacedaemoniis auxilium petierunt. Quaesivi ex patre, quid facerem.

Con i verbi orare e rogare (pregare) si esprime perlopiù un nome solo, cioè quello della persona che si prega o quello della cosa per cui si fa la preghiera, e il nome espresso si pone all'accusativo. Non mancano però esempi, in cui si trovano insieme usati i due accusativi. Iugurtha Metellum per legatos pacem oravit. Deos vitam roga et salutem. Quando è espresso all'accusativo il nome della persona, l'oggetto della preghiera viene per lo più significato mediante una proposizione con le particelle ut o ne (§ 250; 275). Spesso si tace il nome della persona, come: legatos ad Caesarem miserunt, qui rogarent auxilium (a domandare aiuto).