189. 
a) Con un nome collettivo nel singolare, il predicato può anche mettersi in plurale. Multitudo hominum concurrerunt (o concurrit). Pars perexigua, duce amisso, Romam inermes delati sunt (o inermis delata est).

b) Con millia e capita, spesso si pone il predicato al maschile. Sex millia hostium caesi sunt.Capita coniurationis securi percussi sunt.

c) Con partimpartim, nel significato di aliialii o aliaalia, il predicato si pone nel genere del nome, a cui mentalmente si riferisce. Partim e nobis timidi sunt, partim a re publica aversi. Bonorum partim necessaria sunt, partim non necessaria.

5. Con il verbo esse, nel senso di “stare, esistere, trovarsi” e simili, possono anche essere usati, invece d'un sostantivo o d'un aggettivo, avverbi di specificazione come: Hostes prope sunt. Patria est, ubicunque bene est (dove si sta bene). Sic est vita hominum. Ita sum. Deus semper fuit et semper erit.

6. Talvolta il verbo concorda con il nome, che appartiene al predicato, invece di concordare con il soggetto, specialmente se si trova più vicino a quello che a questo. Non omnis error stultitia dicenda est.

7. Si dice anche nos per ego, noster per meus (mai vos per tu); gli storici usano spesso, specialmente quando parlano di milizie, miles, Romanus, Volscus ecc. per milites, Romani, Volsci.



190. 
1. Se in una medesima proposizione vi sono due o più soggetti, il predicato si mette nel numero plurale. Se i soggetti sono di persona diversa, il predicato deve accordarsi con la prima e, in difetto di questa, con la seconda.

Romulus et Remus Romam condiderunt. Si tu et mater tua valetis, bene est; ego et pater tuus valemus.

2. Se i vari soggetti della proposizione sono tutti del medesimo genere e indicano esseri animati, il nome del predicato si conforma ad essi nel genere; se i soggetti differiscono nel genere e sono sempre animati, il nome del predicato sarà maschile e di numero plurale.

Veneno absumpti sunt Hannibal et Philopoemen. luno et Minerva Troianis inimicae erant. Pater mihi et mater mortui sunt.

3. Se i soggetti sono nomi di cose inanimate e dello stesso genere, il nome del predicato si porrà talvolta in questo medesimo genere, tal’altra nel neutro plurale; se sono di genere diverso, si usa mettere il predicato al neutro plurale (cfr. si veda la nota 2).

Grammatice quondam et musice iunctae fuerunt. Honores et victoriae fortuita sunt (cose fortuite). Stultitia et temeritas et iniustitia et intemperantia fugienda sunt.

1. Se i due soggetti sono considerati come una cosa sola, il predicato si pone nel numero singolare. Religio et fides anteponatur amicitiae. Senatus populusque Romanus decrevit.