177. 
Ad affermare si usano: ne (nae) (veramente): anche hercǔle, mehercǔle (hercle, mehercle, mehercǔles), me Dius Fidius, mecastor, edepol, per deum, pro deumfidem ecc. (per Ercole, per Castore, per Dio ecc.).


Teoria della formazione delle parole

178. 
PRELIMINARI. L'elemento più semplice di una parola si chiama radice. Essa è raramente di per sé una parola intera, come sol (il sole). Per lo più la radice si trasforma per diventare una parola che si chiamerà a sua volta radicale, così rego è radicale formato dalla radice reg.-

Le parole che hanno per fondamento la medesima radice, si chiamano congeneri o affini, come rego, rex, regnum, regimen,erigere ecc., tutte provenienti dalla radice reg. La parola dalla quale, come da più prossima origine, traggono origine altre parole, si chiama tema, ossia forma fondamentale; così facio (radice fac) è tema di facilis, e questo stesso vocabolo è tema di facilitas.

La formazione di nuovi vocaboli avviene per mezzo della derivazione e della composizione. Le parole radicali si chiamano comunemente primitive e le parole che da queste si formano, derivate. Oltre ciò i vocaboli, che constano di un solo elemento, si chiamano semplici, quelli che contengono due o più elementi, composti; così pure i vocaboli che derivano da un verbo, si dicono verbali, quelli che derivano da un nome, denominativi.

1. Formazione delle parole per derivazione.

I sostantivi verbali sono formati:

a) dal tema verbale mediante le desinenze che seguono:

-or, a denotare uno stato o un modo di essere, come amor (l'amore); timor (il timore); dolor (il dolore); decor (il decoro, genitivo decōris) (ma decus, l'ornamento, genitivo decŏris).

Altra desinenza meno frequente con lo stesso significato è -us,

come decus, -ŏris (l'ornamento); frigus, -ŏris (il freddo); genus, -ĕris (il genere; gigno).

-ium, come gaudium (la gioia); odium (l'odio).

-īgo, come origo (l'origine) (orior); vertīgo (la vertigine) (āgo in vorāgo, la voragine, da vorāre); imāgo (l'immagine da imitāri); virago (la viragine, donna d'animo virile), con virgo, da virēre; propāgo, propagĭnis (la propaggine, da propagare).

-īdo, come libido (la libidine) (libet); cupīdo (la cupidigia).
-men e -mentum, per denotare un mezzo, come medicāmen e medicamentum (il rimedio); tegĭmen (tegmen) e tegimentum (la
coperta); nōmen (da nosco) (il nome); flumen (il fiume); lumen (per
lucmen) (il lume); agmen (la schiera, l'esercito); alimentum (l'alimento);
ornamentum (l'ornamento); monumentum (il ricordo, il monumento).