178. 
-bǔlum e -cǔlum, per denotare un mezzo o uno strumento, come vocabǔlum (la parola) (mezzo di chiamare, nominare, votare); pabǔlum (il pascolo) (pa-sco); venabulum (lo spiedo da caccia); fercǔlum (la barella); gubernacǔlum (il timone); curricǔlum (la carriera); iacǔlum (il dardo); vincǔlum (il legame). Quando nella sillaba radicale c’è già una l, si pone -crum invece di –cǔlum, quindi fulcrum (il puntello), per fulcǔlum, e così sepulcrum, simulacrum; si ha però latibǔlum e latĕbra (il nascondiglio).

-trum, per denotare un attrezzo, uno strumento, come aratrum (l'aratro); claustrum (per claudtrum) (il chiostro); rostrum (rodĕre) (il becco).

b) dal tema del supino, mutando -tum o -sum nelle desinenze che seguono:

-tor o -sor, a significare persona in atto o qualità di operante, come amātor (l'amatore); doctor (l'insegnante); cursor (il corridore); audītor (l'uditore). Parecchi di questi hanno anche un femminile in -trix, come victor (il vincitore), victrix (la vincitrice); tonsor (il barbiere), femminile tonstrix; expulsor (l’espulsore), expultrix. Non c’è alcun sostantivo di questa specie in -xor.

Viātor (il viandante) da via; ianĭtor (il portinaio) da ianua; fundītor (il fromboliere) da funda; vinĭtor (il vignaiolo) da vinea, sono denominativi; forse anche gladiator (il gladiatore) da gladius.

La persona operante viene anche accennata talvolta con la desinenza -a, affissa al tema del verbo: come scriba (scrivano) (cioè l’uomo il cui ufficio è di scrivere); scriptor (lo scrittore, colui che scriva o ha scritto); così pure incŏla (abitante); advĕna (il forestiero); conviva (il commensale).

-tio, -sio (-xio), ad indicare un'azione in atto di compiersi come actio (l'azione); oppugnatio (l'assedio); defensio (la difesa); motio (il movimento); flexio (la flessione, la piegatura).

Opinio (l'opinione); oblivio (la dimenticanza) ed altri si formano senz'altro dal tema verbale. Obsidio (l'assedio); obsessio (l'atto di assediare, l'investimento di una fortezza).

-tus o -sus (-xus), genitivo -ūs, a denotare un'azione nella sua attuale esistenza, come motus (il moto); adventus (l'arrivo); audītus (l'udito); visus (la vista); flexus (la piega; il giro).

-tura o -sura (-xura), come pictūra (la pittura); mercatura (il traffico); censura (la censura); praetura (la pretura); quaestura (la questura); flexura (la piegatura).

-tēla, come tutela (la difesa); corruptela (la corruzione). Non c’è alcun nome in -sela e -xela. Spesso però si affigge la desinenza -ēla al tema verbale senz'altro, come querela (lamento); candela (la candela).



179. 
I sostantivi denominativi sono formati parte da altri sostantivi, parte da aggettivi. I primi in particolare hanno le seguenti desinenze: