4. 
d) di genere comune i nomi che convengono tanto al maschio, quanto alla femmina.

1. Sono quindi maschili păter, il padre; nauta, il nocchiere; Perses, il Persiano; Albis, l'Elba; Sequăna, la Senna; Aquĭlo, l'Aquilone, la tramontana; Aprīlis, Aprile; ecc.

Alcuni nomi di fiumi per altro sono femminili, come Albŭla, Allia, Matrŏna, Lethe e Styx. Anche copiae, -arum, gente armata, milizia (propriamente le provvisioni degli eserciti) è femminile. - Hadria (poetico), il mare Adriatico, è maschile.

2. Sono femminili māter, la madre; pĭrus, il pero; Corinthus, la città di Corinto; Italia, l'Italia; Aegyptus, l'Egitto; Dēlus, l'isola di Delo, ecc.

Tra i nomi di città e regioni sono:

a) maschili:

1° quelli che mancando del singolare escono al nominativo plurale in -i, genitivo -orum, come Delphi, la città di Delfo, Veii, la città di Veio;

Canōpus, -i, Canopo (città dell'Egitto) e i nomi di paesi Bosphŏrus, Pontus, Hellespontus ed Isthmus;

3° i nomi di città Hippo, Narbo, Sulmo, Vesontio, -ōnis, e Tunes, -ētis;

b) neutri:

1° quelli che, mancando del singolare, escono al nominativo plurale in -a, al genitivo in -orum: Susa, Susōrum; Leuctra; Arbēla;

2° quelli, che terminano al nominativo singolare in -um, -on, -ur o -e, come Tuscŭlum (Ilion), Tibur, Praeneste. Il nome Argos, Argo (città della Grecia), è indeclinabile e neutro; per contro Argi, -orum, è declinabile e maschile.

3. Sono neutri nihil (indeclinabile), nulla; fās (indeclinabile), il lecito, văle, l'addio; e così gli avverbi, i verbi, le preposizioni ecc., quando sono adoperate a modo di sostantivi, come valde, la parola valde; amo, il verbo amo; ante, ecc.

4. Sono comuni: adolescens, il giovane o la giovane; comes, il compagno o la compagna ; dux, il condottiere o la condottiera; civis, il cittadino o la cittadina; heres, l'uomo o la donna erede; sacerdos, il sacerdote o la sacerdotessa; infans, il bambino o la bambina, ecc.

I nomi comuni servono per lo più a denotar persone, e anche animali.

5. Parecchi nomi di persone e di animali hanno bensì una parola della medesima radice per significare tanto il genere maschile quanto il femminile, ma mutano la terminazione secondo il genere, e si chiamano perciò sostantivi mobili.

Tali sono dŏmĭnus, il signore, domina, la signora; magister, il maestro, magistra, la maestra, ăsĭnus, l'asino, asina, l'asina; gallus, il gallo, gallina, la gallina; puer, il fanciullo, puella, la fanciulla; rex, il re, regīna, la regina; victor, il vincitore, victrix, la vincitrice.