276. 
Il modo delle proposizioni comparative è l'indicativo; quando la proposizione cade nel discorso indiretto, si usa il congiuntivo. Ut magistratibus leges, ita populo praesunt magistratus (come ai magistrati comandano le leggi, così al popolo i magistrati). Ut pulchrum est gloriam quaerere, ita malis artibus ad eam niti indecorum.

Ut senza il correlativo ita ha significato dichiarativo o limitativo. Litteras, ut erant obsignatae, proferri iussimus (sigillata com'era). Multae in Catone, ut in homine Romano (per un cittadino Romano), litterae erant.

Ut con l'indicativo vale il modo di dire italiano, per esempio, “così”. Il latino non adopera mai, in questo caso, sic, ita, né exempli causa, che si trova solo accompagnato da un proprio verbo: affero, pono, nomino.

Nei paragoni di uguaglianza o di disuguaglianza espressi con similis, dissimilis, par, alius, similiter, aeque, aliter, secus ecc. si usano le congiunzioni ac, atque. Alia dicis, ac sentis. Omnia contra ac dixisti evenerunt.

Dopo un termine negativo o interrogativo di senso negativo, come nemo, nullus, quis est? ecc. si usa nisi. Quid est pietas (nihil aliud est pietas), nisi voluntas grata in parentes?

“Non parlo d'altro”, “non penso ad altro” si traducono nihil aliud loquor, nihil aliud cogito nisi de. Imperator nihil aliud nisi de hoste ac de laude cogitat.

Al posto di alius…ac, aliter…ac si adopera anche alias ripetuto, per esempio: aliud dicis, aliud sentis.

Quasi, tamquam, tamquam si, velut si, quasi ecc. servono a paragonare un fatto immaginario con un fatto reale. Il verbo con queste locuzioni si mette, al congiuntivo generalmente secondo le regole della consecutio temporum. Quid ego his testibus utor quasi res dubia sit? Angimur tanquam Hortensio acerbitatis aliquid acciderit. Tamquam de regno dimicaretur, ita concurrerunt.



277. 
Discorso indiretto. Discorso indiretto (oratio obliqua) è detto quello che esprime un concetto in forma dipendente da un altro concetto. Tu venisti è discorso diretto (oratio recta), mentre dico te venisse è discorso indiretto. Il più delle volte per altro s'intende per discorso indiretto, quello con il quale si riferiscono in forma narrativa i pensieri o le parole altrui.

Per questo tipo di discorso indiretto, bisogna tener presente quanto segue:

1° Tutte le proposizioni principali del discorso diretto, che contengono una narrazione o un’affermazione, sono espresse nel discorso indiretto con l'accusativo e l'infinito. In italiano si tace spesso in questo caso la congiunzione “che” e il verbo si mette senz'altro all'indicativo o al congiuntivo.

2° Le proposizioni principali del discorso diretto che contengono un comando, un desiderio o un'interrogazione, nel discorso indiretto hanno il verbo al congiuntivo, e questo all'imperfetto o al più che perfetto.