208. 
Crudelitas omnibus hominibus odio est, probitas et clementia amori. Tua salus mihi curae est. Nolito tibi laudi ducere, quod aliis vitio vertisti. Hortensius nunquam bello civili interfuit; hoc illi tribuebatur ignaviae. Virtus sola nemini dono datur. Mille Plataeenses Atheniensibus auxilio venerunt (missi sunt). Caesar duas legiones castris praesidio reliquit.

Si usa ancora talvolta il solo dativo di cosa: usui esse (essere di utilità, essere utile); admirationi esse (essere ammirato); habere aliquem ludibrio (prendersi gioco di qualcuno); habere aliquid religioni (farsi scrupolo di qualcosa); diem dicere colloquio (fissare un giorno per un incontro); receptui canere (suonare a raccolta).

Rare volte il nome che denota il fine o lo scopo di un'azione viene espresso mediante un accusativo di predicato; v. g. Iovi coronam donum mittunt (mandano una corona in dono a Giove). Ma con i nomi di persona i verbi dare, mittere, habere e simili, devono costruirsi con l'accusativo amicum meum tibi comitem dabo (ti darò l'amico mio per compagno) (cfr. § 197).



209. 
Con alcuni verbi passivi il nome della persona che fa l'azione si mette al dativo anziché in ablativo con ab. Honesta bonis viris, non occulta quaeruntur.

Tale costruzione si deve sempre usare con il participio futuro passivo: mihi faciendum est (da me si deve fare), non a me. Si dirà però: a me tibi respondendum est (da me ti si deve dare una risposta), e ciò per evitare l'ambiguità.


Uso del Genitivo

210. 
Genitivo soggettivo e oggettivo. Quando un nome serve di specificazione a un altro nome e vi si unisce mediante la particella “di”, si mette al genitivo. Qui però conviene distinguere due sorte di genitivi:

1. Genitivo soggettivo, che denota il soggetto, che ha o fa qualcosa; come amor patris (l'amor del padre) (pater amat); studium adulescentis (lo studio del giovane) (adulescens studet).

La specie più usata di genitivo soggettivo è il genitivo possessivo, quello cioè che denota il possessore (o l'autore), come domus Caesaris (la casa di Cesare); pericula belli (i pericoli della guerra); scripta Ciceronis (gli scritti di Cicerone); pars Epiri (una parte dell'Epiro).

2. Genitivo oggettivo che denota l'oggetto su cui cade l'azione espressa dal nome principale, come amor patriae (l'amor della patria) (patriam amat civis); studium veritatis (l'amore della verità) (veritati studet vir bonus).

Così pure si dice: timor hostium (il timore che si ha dei nemici); cupiditas gloriae (la brama di gloria); odium hominum (l'odio che si nutre contro gli uomini); fiducia virium (la fiducia nella forza).