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Esistono due diversi tipi di apposizione:

a) relativa, se ha funzione d'una proposizione relativa, come: Alexander, rex Macedŏnum, Babylone mortuus est, anziché qui rex Macedŏnum erat;

b) avverbiale, se fa le veci di una proposizione avverbiale e il che avviene in particolare, quando s'accenna l'età d'un uomo, la carica o l'ufficio di cui è investito, come: Cato senex litteras graecas didicit, anziché cum senex esset, quando era già vecchio, nella sua vecchiaia.

5. Il sostantivo d'apposizione si mette nello stesso caso del sostantivo a cui si riferisce e, quando sia possibile, anche nello stesso numero o nello stesso genere, secondo il § 189, II. Nota 2.

Marcus Tullius Cicero, clarissimus orator Romanorum, ab Antonio occisus est. Pythagoras, vir sapientissimus, maxime commendabat frugalitatem, genitricem virtutum.
Alexander adulescens Philippo patri successit. Appium Claudium senem omnes verebantur.
Athenae, urbs clarissima Graeciae. Tempus, optimus magister.
Memoria, omnium rerum thesaurus.

1. Il predicato in realtà si accorda sempre con il vero soggetto della proposizione. Tullia, deliciae nostrae, munusculum tuum flagitat. Solo con i nomi di città il predicato si conforma spesse volte al sostantivo dell'apposizione, come: Coriŏli, oppidum Volscorum, captum est.

2. Anche nell'apposizione e con i pronomi ha luogo talvolta la costruzione secondo il senso, accennata al § 189, II. Nota 4. Concursus populi, mirantium, quid rei esset (come se precedesse hominum). Veiens bellum ortum est, quibus Sabini arnia coniunxerant (come se fosse Veientium anziché Veiens). Si trova spesso ex eo numero, qui sunt (per eorum). Amicitia est ex eo genere, quae prosunt. Circa l'apposizione con un relativo cfr. § 238, 5.

3. L'apposizione ad un pronome possessivo si costruisce con il genitivo. Nomen meum absentis tibi honori fuit. Similmente si dice, per rinforzare l'idea del possesso, meum ipsius, tuum unius (§ 210, 3).

4. Quando l'apposizione è meramente comparativa, si fa precedere da ut o tamquam il sostantivo dell'apposizione. Aegyptii canem et felem ut deos colunt. Cicero haec cecinit ut vates.

6. Non pochi aggettivi e pronomi si usano in italiano al singolare, mentre il latino preferisce la forma del neutro plurale; per esempio: omnia (ogni cosa, tutto), haec (questo).

Si userà in questo caso il plurale, quando si accenni a più d'una cosa, il singolare se ad una sola.
Omnia praeclara rara (sunt) (tutto ciò, che è eccellente, è raro) (cioè omnes res praeclarae). Omnia, quae videmus, a deo creata sunt. Nostra etiam vestra sunt. Multa a multis hominibus narrantur, quae vera non sunt.
Ma si dirà: Epaminondas pro patria mortuus est: hoc ei decorum fuit.