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Noi diciamo in italiano: “non c'è rimedio” e “non c'era anima viva”, per cui “non” equivale all'aggettivo “nessuno”. In questo caso si tradurrà in latino con nullus, per esempio: non ci fu in lui grande virtù, nulla magna virtus (cioè nessuna grande virtù), ma non fu grande virtù la sua, non magna virtus (cioè non grande virtù, piccola virtù).

Nella stessa maniera che al posto di et nemo, et nullus si dice neque quisquam, neque ullus, così anche per ut nemo, ut nullus, ut nihil, ut nunquam ecc., si dirà ne quis (rado quisquam), ne ullus, ne quid, ne unquam ecc. e in tal caso si deve usare ne per ut non (§ 250, 2).

In latino, due negazioni in una medesima proposizione si annullano a vicenda ed equivalgono ad una affermazione, per esempio: non potui non mirari (non ho potuto non meravigliarmi, cioè ho dovuto meravigliarmi). Nel qual caso, il posto che occupa la negazione è spesso ragione d'una grande differenza nel significato, per esempio:

nonnemo (alcuno, taluno) nemo... non (ognuno)

nonnullus (più usato al plurale nonnulli) (alcuno) nullus... non (ogni)

nonnihil (alquanto) nihil... non (tutto)

nonnunquam (talvolta) nunquam...non (sempre).

Similmente nusquam...non (in ogni dove, dappertutto); alicǔbi (in qualche luogo), e nec... non per “e”. Però la negazione che segue deve sempre essere posta immediatamente prima del verbo. Nemo in hac re tibi non studuit (ognuno tenne per te in questa faccenda) (non: nemo non in hac re ecc.). Nella stessa maniera si adopera non... nisi (solamente). Non loquimur nisi de te. Vera amicitia nisi in bonis esse non potest.

Però le due negative non si annullano quando una negazione generale è seguita da nec... nec o da ne... quidem: nihil est Attico mihi nec carius nec iucundius. Nusquam hoc, ne apud barbaros quidem, auditum est.

L'italiano “né... anche” si traduce in latino per ne... quidem (non per neque etiam), come: superbia ne regem quidem decet (non conviene neanche al re). Qui sua neglegit, is ne aliena quidem tuebitur.

Non modo si traduce spesso per “non dirò” (in latino si trova anche talvolta non dico, non dicam); il seguente sed ha allora il senso di “ma pure, ma solamente”. Qua in re non modo ceteris specimen aliquod dedisti,sed tute tui periculum fecisti? Quando precede ne... quidem, allora non modo prende anche il senso di “non che, non solamente non, molto meno” (come nedum, § 254, 4). Apollinis operta (i responsi oscuri, gli oracoli equivoci), numquam ne mediocri quidem cuiquam, non modo prudenti, probata sunt.