165. 
d) congiunzioni avversative;

e) congiunzioni conclusive;

f) congiunzioni causali.

a) Congiunzioni copulative semplici: ĕt, quĕ, atque, ac, etiam, quoque (affermative): neque, nec, et non, ac non (negative).

1. Et, atque si premettono ad ogni lettera. Ac si usa solo dinnanzi a consonante. Et riprende talvolta il concetto già espresso per dargli maggior forza, per esempio: vivis et vivis non ad deponendam sed ad confirmandam audaciam. Que è enclitica, cioè si attacca alle parole antecedenti. Nota le frasi: terra marique; ferro ignique; domi militiaeque, se suaque ecc.

Nec non, neque non, non si adopera al posto di et, cioè per congiungere due termini della stessa proposizione, bensì per unire due proposizioni, per cui non si dirà per esempio: legi carmina Homeri nec non Virgilii, ma et Virgilii.

2. Etiam si pone prima o dopo la parola a cui si riferisce; quoque le si pospone sempre, quindi: etiam pater (anche il padre); pater quoque (anche il padre). Et si usa invece di etiam davanti ai pronomi, per esempio: et ego, et ille. Anche in principio di proposizione non si traduce etiam, ma atque etiam.

b) Congiunzioni copulative correlative: et... et, cum... tum; tum... tum; tam... quam; qua... qua; non solum (modo)... sed (rerum) etiam (et), neque... neque; nec... nec.

1. Et... et, congiunge due o più voci, richiamando sopra ciascuna l'attenzione, per esempio: et monere et moneri proprium est verae amicitiae.

2. Cum... tum significa “come... così”, per esempio: pax cum iucunda tum salutaris est. A tum, per aggiungere forza si aggiungono: maxime, imprimis, praecipue, per esempio: cum omnium rerum simulatio est vitiosa, tum amicitiae repugnat maxime.

3. Tum... tum significa “ora... ora” (anche modo... modo vale ora... ora), per esempio: loquebantur tum graece tum latine (parlavano ora in greco ora in latino).

4. Tam... quam significa “tanto... quanto”; se si paragonano due qualità diverse del medesimo soggetto si preferisce aeque... et (ac), per esempio: aeque prudens ac fortis erat (era tanto prudente quanto valoroso).

5. Qua... qua significa “dove... dove”, “or qua... or là”, e si usano raramente.

6. Non solum, non modo, non tantum, al primo membro e sed etiam, verum etiam al secondo, significano “non solamente..., ma ancora”, per esempio”: non modo paranda sapientia sed fruenda etiam est. Se le due proposizioni sono negative si usa nella prima parte non modo non, nella seconda sed ne... quidem, per esempio: ego non modo tibi non irascor, sed ne reprehendo quidem. Quando le due proposizioni negative hanno un solo predicato, si può omettere nella prima il secondo non, per esempio: assentatio non modo amico sed ne libero quidem digna est.