68. 

alter
altera
alterum (l'uno dei due)

“L'uno … l'altro” in una enumerazione ristretta a due si traduce con alter ripetuto: altera manu fert lapidem, panem ostentat altera; noxii ambo alter in alterum causam confert. Invece di alter . . . alter, ricorre anche unus . . . alter.

Uterque vale “l'uno e l'altro” (tutti due).

“Gli uni e gli altri” si traduce con il plurale utrique, per esempio: uterque virtute regnum adeptus est. Utrique victoriam crudeliter exercebant (gli uni e gli altri).

NOTA 1. Uterque e alter si possono corrispondere nella stessa proposizione, per esempio: utrique alteris freti (appoggiati gli uni agli altri).

NOTA 2. A neuter corrisponde alter, per esempio: cum aequali cura linguam utramque tueri coeperimus, neutra alteri officiet (quando avremo preso a studiare con ugual cura l'una e l'altra lingua nessuna delle due nuocerà all'altra).

Di alteruter si declina tanto alter quanto uter (genitivo alterīus utrīus), ma talvolta alter si lascia invariato (genitivo alterutrīus).

NOTA 3. Se le persone o cose di cui si parla non possono essere più di due invece di alteruter si usa alter, per esempio: alter consulum; altero oculo carere.


SOSTANTIVO AGGETTIVO
Nom.
Gen.
Dat.
Acc.
Abl.
nĕmō (nessuno, nessuna) nihil (nessuna cosa)
nullius, nullius rei
nemĭni e nullī, nulli rei
nemĭnem, nihil
nullō, nulla re
nullus, nulla, nullum
nullius
nulli  ecc.

Con i nomi di persona nemo si usa come aggettivo, per esempio: nemo civis, nemo poeta.


Aggettivi pronominali
69. 
1. I pronomi possessivi

Meus, mea, meum (mio, mia); tuus, tua, tuum (tuo, tua); suus, sua, suum (suo, sua); noster, nostra, nostrum (nostro, nostra); vester, vestra, vestrum (vostro, vostra); suus, sua, suum (loro).

NOTA 1. Da noster e vester si formano i pronomi gentilizi: nostras (del nostro popolo o paese); vestras (del vostro popolo o paese); nostrātes, i nostri compaesani, compatrioti); nostratia verba (le parole proprie della nostra lingua). Dal genitivo cuius si forma nello stesso modo cuias, genitivo cuiatis (di quale paese?).