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Di vicis, vicem, vice abbiamo nel plurale solamente vices, vicibus; non hanno il nominativo singolare, ma si declinano in tutti gli altri casi dapis e frugis (daps e frux mancano).-


Così pure di parecchi altri nomi non sono usati alcuni casi particolari, come il genitivo plurale di lux, -ōs (-oris) e sol. Anche plerique, pleraeque, pleraque, la maggior parte, i più, manca del genitivo e vi si supplisce con plurimorum, plurimarum.

III. Alcuni difettivi non hanno plurale, ma solamente il singolare (singularia tantum), come letum, la morte, meridies, il mezzogiorno, supellex, la suppellettile, vesper, la sera, ver, la primavera, virus, il veleno, vulgus, il volgo.-

Mancano segnatamente del plurale parecchi nomi astratti, e altri che denotano materia, come iuventus, la gioventù; sapientia, la sapienza; scientia, il sapere; aurum, l'oro; sabǔlum, la sabbia; cicer, il cece; lac, il latte. Faba abstinere, astenersi dalle fave.

Ai difettivi si contrappongono i ridondanti (substantiva abundantia), cioè quei nomi che hanno più generi e più declinazioni, quali:

IV. I nomi, che seguono in parte una declinazione ed in parte un'altra, chiamati eterócliti (cfr. § 32, 6. § 41 e 42, 2). Così vesper, la sera, è della seconda, ma nell'ablativo si dice vespere o vesperi, nella sera; vas, il vaso, nel singolare è della terza:-

vasis, vasi, vas, vase, ma nel plurale segue la seconda: vasa, vasorum, vasis. Requies (§ 34, 5) fa nell'accusativo requiētem e requiem, nell'ablativo requiētĕ e requiē.

V. I nomi, che assumono un altro genere nel plurale, detti etorogenei. Così iocus, lo scherzo, nel plurale fa ioci (maschile) e ioca (neutro); locus, il luogo, nel plurale fa locī, luoghi o passi (di un libro), e loca, i luoghi; frenum, il freno, nel plurale freni e frena, il morso; Tartărus, -i (maschile), nel plurale Tartăra, -ōrum (neutro), l'inferno.

VI. - Parecchi nomi finalmente presentano diversità di forme nel nominativo singolare, e sono parte eterocliti, parte eterogenei:

1° Sono eterocliti soltanto (la prima forma è della prosa, la seconda della poesia): colluvio, -onis e colluvies, -ei, colluvie, radunamento d'immondezze; elephantus, -i e elephas, -antis, l'elefante; iuventus, -utis e iuventa, -ae, la gioventù; paupertas, -atis e pauperies, -ei, la povertà; senectus, -utis e senecta, -ae, la vecchiezza. Cfr. § 45, 3.

2° Sono eterogenei soltanto: baculum, -i, il bastone, più raro baculus; clipeus, lo scudo, raro clipeum; cubitus e cubitum, il cubito; pilleus e pilleum, il cappello.

3° Sono eterocliti e eterogenei insieme: alimonia, -ae, femminile, e alimonium, -i, neutro, il nutrimento; pecus, -ǔdis, femminile, un capo di bestiame (minuto), e pecu, neutro, pecua e pecubus (§ 40) e anche pecus, -ŏris, neutro, il bestiame (collettivamente); conatus, -us, maschile e conatum, -i, neutro, il tentativo, lo sforzo; praetextus, -us, maschile e praetextum, -i, neutro, il pretesto.