273. 
2. Simile costruzione personale prendono spesso i passivi nuntior, existimor, iudicor; talvolta anche negor, memoror, scribor, cognoscor, perspicior, intellegor, audior, demonstror, ostendor, reperior, anche se per questi ultimi sia più usata la costruzione impersonale con l'accusativo e l'infinito.

Non ita generati a natura sumus, ut ad ludum et iocum facti esse videamur. Romulus Amulium regem interemisse fertur. Luna solis lumine collustrari putatur. Lycurgi temporibus Homerus fuisse traditur. Tyndaridae fratres non modo adiutores in proeliis, sed etiam nuntii victoriae fuisse perhibentur. Non fecisti, quod facere iussus es. Acta agere vetamur vetere proverbio.

La costruzione impersonale dei verbi citati sotto il n° 1 con l'accusativo e l'infinito è una rara eccezione. Dicitur eo tempore matrem Pausaniae vixisse. Però cessa di essere eccezione e si conforma anzi alla regola, quando così il verbo principale, come l’infinito sono formati per mezzo d'un participio. Quindi si dirà Athenae conditae esse putantur, e non Athenae conditae esse putataeo putandae sunt, ma Athenas conditas esse putatum o putandum est.

Quando dopo una proposizione costruita personalmente con videtur, dicitur ecc. si continua la costruzione infinitiva in più proposizioni seguenti, è d'obbligo usare l'accusativo con l'infinito. Ad Themistoclem

quidam doctus homo accessisse dicitur eique artem memoriae pollicitus esse se traditurum. Cum ille quaesisset, quidnam illa ars efficere posset, dixisse illum doctorem, ut omnia meminisset. Et ei Themistoclem respondisse, gratius sibi illum esse facturum, si se oblivisci; quae vellet, quam si meminisse docuisset (in italiano: quel maestro gli dicesse… Temistocle gli rispondesse).

Consiliis, ut videmur, bonis utimur (per quel che ci pare), mentre in latino sarà sempre usata la costruzione personale.



274. 
I vari tempi dell'infinito si usano in latino nella stessa maniera che in italiano. Si noti per altro:

1. Che al tempo espresso nella proposizione principale si fa corrispondere il presente, il perfetto o il futuro dell'infinito, a seconda del fatto che l'azione significata sia contemporanea a quella espressa nella proposizione principale, o già passata o futura. Dicunt (dicent, dixerint), eum venire o venisse o venturum esse (ch'egli viene o è venuto o verrà). Dicebant (dixerunt, dixerant) eum venire o venisse o venturum esse (che egli veniva o era venuto o verrebbe). Così pure: dicunt o dicebant, eum venturum fuisse (che sarebbe venuto).

2. Con memini si usa per lo più il presente dell'infinito trattandosi d'azione passata, alla quale si fu presenti. Memini Catonem mecum et cum Scipione disserere (mi ricordo che Catone discorreva). Metellum memini puer bonis esse viribus extremo tempore aetatis (che era). Questo infinito dunque rappresenta un tempo imperfetto (disserebat; erat).

3. Invece di hoc fieri volo (voglio che si faccia questo), si dice con maggior energia hoc factum (esse) volo.