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Caesarem etiam sua natura mitiorem facit. Hannibalem sui cives e civitate eiecerunt. Desinant insidiari domi suae consuli. Scipio Syracusanis suas res restituit. Suis flammis delete Fidenas. Sua quemque fraus et suus terror maxime vexat, suum quemque scelus agitat amentiaque afficit. Sui cuique mores fingunt fortunam. Suum cuique tribue. Conserva tuis suos.

Quando non si debba dar rilievo al pronome, si usa anche il dimostrativo: deum agnoscis ex operibus eius. Alle volte si adopera altresì eius per evitare ambiguità: accipiter columbam cepit in nido eius, perchè suo si riferirebbe piuttosto ad accipiter che a columbam. Huic Caesar pro eius virtute atque in se benevolentia maiorum locum restituerat.

c) Si usa il riflessivo nelle proposizioni dipendenti, sia infinitive sia congiuntive, quando il pronome ha stretto rapporto con il soggetto della proposizione principale.

Tali sono le proposizioni dipendenti che contengono un pensiero proprio del soggetto della proposizione principale, non un’enunciazione dello scrittore, quindi l'accusativo con l'infinito per le proposizioni finali, rette dalle congiunzioni ut, ne, quo, quominus, quin, per le proposizioni relative, che esprimono il pensiero di un'altra persona (non quello dello scrittore, § 261), e le proposizioni interrogative indirette. Altra cosa sono le proposizioni dipendenti, che denotano una semplice conseguenza (consequenziali), e quelle che hanno il verbo nel modo indicativo (indicatitive).

Sentit animus, se sua vi, non aliena moveri. Ariovistus respondit, quod sibi (gli) Caesar denuntiaret, se (elio egli) Aeduorum iniurias non neglecturum: neminem secum (con lui) sine sua (sua) pernicie contendisse. Romani a Prusia petebant, ne inimicissimum suum (loro) secum (« con lui » oppure « seco ») haberet sibique (loro) dederet.

1. Anche quando il pronome si riferisce ad un nome che non è propriamente soggetto della proposizione principale, ma ne adempie virtualmente la funzione, si adopera in latino il riflessivo. Faustulo spes fuerat (cioè Faustulus speraverat) regiam stirpem apud se educari.

2. Nelle proposizioni del congiuntivo che denotano una conseguenza, si adopera, secondo la regola sopraccitata, il dimostrativo eius, ei, eum ecc., non il riflessivo sui, sibi, se. Epaminondas erat disertus, ut (tanto che) nemo Thebanus ei par esset eloquentia (§ 275, 2).

3. “Vicendevolmente” riferito a terze persone si traduce per lo più in latino per inter se. Veri amici non solum colent inter se ac diligent, sed etiam verebuntur. Alter alterum colit (l'uno onora l'altro); alius alium colit (chi onora uno, chi un altro). Civis civem trucidabat (i cittadini uccidevano i cittadini o un cittadino uccideva l'altro); miles militi obstrepebat (un soldato dava sulla voce all'altro).