220. 
Con i participi natus, ortus, genitus, il nome del padre o della madre si esprimono con il semplice ablativo e alle volte anche con l'ablativo preceduto dalla preposizione ex, specialmente con i pronomi. Quod ex nobis natos appellamus liberos, idcirco Cerere nati appellati sunt Liber et Libera. Si dirà per altro: oriundus oppure ortus a claris maioribus (discendenza più remota). Similmente si dice naturā (naturalmente, di o per natura, dove si voglia indicare la ragione); a natura (dalla natura, quando questa viene considerata come persona). Nella seguente frase: per quos et a quibus homines occisi sunt? la preposizione a con l'ablativo indica l'origine ossia gli autori del fatto, la preposizione per con l'accusativo gli agenti ossia gli esecutori dell'azione. Si adopera l'ablativo con ex quando gignor, nascor, orior sono usati in senso figurato, per esempio: metus ex culpa nascitur. La sorgente dei fiumi si esprime con il verbo orior e l'ablativo con e o ex: Padus ex Alpibus oritur.



221. 
Ablativo di causa. 1. Il nome che significa la causa, in cui si svolge un'azione, un avvenimento o uno stato qualunque dell'animo o del corpo, si mette all'ablativo senza preposizione.

I più frequenti ablativi di causa sono quelli, che denotano una disposizione dell'animo, come dolore, irā, studio, odio, metu, timore, cupiditate, avaritiā, spe, misericordiā, benevolentiā, amore, taedio, mollitiā, che in italiano ordinariamente si esprimono con la preposizione “per”.

Multi metu mortis vim tormentorum pertulerunt. Nimio gaudio paene desipiebam. Multi officia deserunt mollitia animi. Nolito putare, me oblivione tui rarius ad te scribere. Regale civitatis genus non tam regni, quam regis vitiis repudiatum est.

2. Conforme all'esposto principio, si costruiscono molto spesso con l'ablativo i verbi e gli aggettivi, che significano un affetto o una condizione morale dell'uomo. Tali sono i verbi dolere, maerere, laborare, gaudere, laetari, delectari, exsultare, gloriari, triumphare; gli aggettivi laetus, anxius, contentus. A questi si aggiungano i verbi niti, fīdere, confīdere e diffīdere, che reggono l'ablativo del nome di cosa (fīdo e confīdo anche il dativo), e l'aggettivo fretus (appoggiato, che confida).

Omnes boni interitu suorum maerent. Diversis duobus vitiis, avaritia et luxuria, civitas Romana laborabat. Delicto dolere, correctione gaudere oportet. Nulla re tam laetari solco, quam meorum officiorum conscientia. Contentum suis rebus esse maximae sunt certissimaeque divitiae. Haec ad te scripsi fretus conscientia benevolentiae tuae. Quis poterit aut corporis firmitate aut fortunae stabilitate confidere?

I nomi indicanti un sentimento dell'animo, quando sono adoperati come ablativi di causa, ricevono d'ordinario per rinforzo un participio, per esempio: odio permotus; amore ductus; cupiditate impulsus; ira incensus o inflammatus; ardens odio; flagrans cupiditate; timore permotus; mentre si dice semplicemente odio, per odio, timore, per timore. Talvolta vi si aggiunge una preposizione, come prae timore (per timore).