193. 
Queste proposizioni possono anche esprimersi con il verbo passivo senza alterarne il senso: mundus a deo creatus est. Bonus rex, amatur a bonis civibus (cfr. § 220, 3).

Le forme partitive italiane “dei libri”, “del pane” ecc., non ricorrono in latino, dove si usa il semplice accusativo, per esempio: panem eme (compera del pane); bonos libros lege (leggi dei buoni libri).



194. 
Sono transitivi in latino e reggono perciò l'accusativo alcuni verbi, ai quali corrisponde talvolta in italiano un verbo con il dativo. Così iǔvo (giovare, più propriamente aiutare), defĭcio (venir meno; abbandonare), effǔgio (scampare; sfuggire).
luvo si costruisce anche nel passivo: iǔvor (esser aiutato), iuvaris, iuvatur ecc.
Audaces fortuna iuvat. Bonos nunquam honestus sermo deficiet. Mortem effugere nemo potest.

1. 0bsĕquor (assecondare, obbedire) vuole il dativo. I verbi adūlor (adulare), aemǔlor (emulare) reggono l'accusativo, talvolta anche il dativo, ma blandior (accarezzare; lusingare) si costruisce sempre con il dativo; aequare, nel senso di “eguagliare”, si costruisce con l'accusativo e con il dativo, come urbem solo aequare; ma aequiparare più raramente usato, con senso di “uguagliare, pareggiare”, si costruisce con il solo accusativo.

2. Si dice in latino: deficere animo (scoraggiarsi, perdere coraggio): deficere a re publica (ribellarsi); deficere ad hostem (passare dalla parte del nemico). Similmente: effugere ex manibus (fuggire dalle mani); effugere manus (sfuggire, scansare le mani); fugere aliquem (fuggire qualcuno); fugere ab aliqua re (rifuggire da qualcosa).

3. Molti verbi intransitivi possono anche reggere l'accusativo del nome della medesima radice accoppiato con un aggettivo, come: miseram vitam vivere; eosdem cursus currere. Così pure si dice servitutem servire (essere schiavo), con maggior efficacia che non avrebbe il semplice servire.

4. Alcuni verbi, e specialmente quelli che esprimono un sentimento sgradevole, reggono talora l'accusativo, benché siano intransitivi come per esempio: casum amici dolere (dolersi della sventura dell'amico); horrere mortem (aver orrore della morte). Allo stesso modo si dice: sitire sanguinem (aver sete di sangue); crocum olere (odorare di croco); malitiam olere (lasciar trasparire la malizia); ridere aliquem (ridere di qualcuno). Si dice ugualmente desperare aliquid, de aliqua re e alicui rei (disperare per qualcosa).

5. Anche con altri verbi intransitivi e con locuzioni equivalenti a verbi intransitivi, si pone spesso all'accusativo un pronome di genere neutro, laddove un sostantivo dovrebbe esser messo in un altro caso o essere accompagnato da una preposizione. Istud magnopere laetor, per ista re. Hoc tibi auctor sum, per huius consilii (cfr. § 198, 4).