179. 
8. -īna, affisso per lo più a nomi di persone, per denotare un'arte o un'industria, e il luogo dove si esercita: medicīna (la medicina); sutrīna (l'officina del calzolaio) (sutor, il calzolaio). In gallīna (la gallina), da gallus (il gallo), e regīna (la regina), da rex (il re); la desinenza -ina serve solo a indicare il genere femminile.

9. -ūgo, come aerugo (la ruggine del rame); ferrugo (la ruggine del ferro); lanugo (lana) (la lanuggine).

10. I nomi di discendenza, cioè i patronimici, con i quali si viene a indicare il figlio, la figlia o in generale il discendente di una persona, si formano dal nome del padre o del progenitore mediante le seguenti desinenze:

a) -ĭdes: Priamĭdes (il figlio o discendente di Priamo; il Priamide).

b) -īdes, dai nomi in -eus e -cles: Atrīdes (l'Atride, figlio di Atreo); Heraclīdes (l'Eraclide, il discendente d'Ercole).

c) -ădes e -iădes: Aeneădes (il figlio di Enea); Laērtiădes (il figlio di Laerte).

d) -is, genitivo -idis, femminile: Danăis, Danaĭdis (la figlia di Danao, la Danaide); Nerēis (la figlia di Nereo, la Nereide).



180. 
I sostantivi derivati da aggettivi sono tutti nomi astratti denotanti una qualità e si formano mediante le seguenti desinenze:

1. -tas, per lo più -ĭtas, come bonĭtas (la bontà); suavitas (la soavità); atrocitas (l'atrocità). Dagli aggettivi in -ius si fa -iĕtas, come anxiĕtas (l'ansietà); piĕtas (la pietà); da quelli in -stus si fa -stas, come vetustas (l'antichità), da vetustus (antico). Libertas (la libertà); paupertas (la povertà); difficultas (la difficoltà); simultas (la rivalità); facultas (la facoltà) (al contrario facilitas, la facilità, la piacevolezza).

2. -tūdo, come altitūdo (l'altezza); fortitūdo (la fortezza); consuetūdo (l'usanza). Al posto della desinenza -tudo si usa qualche rara volta -ēdo, come dulcēdo (la dolcezza).

3. -ia, come audacia (l'audacia); concordia (la concordia); prudentia (la prudenza); elegantia (l'eleganza).

4. -itia, come avaritia (l'avarizia); pigritia (la pigrizia).

5. -monia, come castimonia (la castità). Parsimonia (la parsimonia), querimonia (il lamento) sono sostantivi verbali.



181. 
Gli aggettivi verbali hanno in particolare le seguenti desinenze:

1. -bundus e -cundus, che hanno senso d'un participio presente rinforzato, come errabundus (errabondo, ramingo, errante) (da errans); moribundus (moribondo); iracundus (iracondo) (irascor); facundus (facondo), da fāri; verecundus (verecondo), da vereor; iūcundus (giocondo), per iǔvicundus, da iǔvo.