166. 
Ve ha lo stesso significato di vel, ma è enclitico, per esempio: quae cerni tangive possunt.

Seu o sive allorché non è ripetuta, significa “piuttosto” o “sia”, per esempio: Fabius Labeo seu quis alius arbiter a senatu datus est.

Sive... sive e seu ... seu significano “sia che ... sia che”, per esempio: sive quid mecum cogito, sive quid aut scribo aut lego e servono ancora a distinguere due nomi, lasciando indeciso come il concetto si debba determinare, per esempio: sive caso, sive consilio deorum.

Plus minusve (più o meno); anche semplicemente plus minus.



167. 
d) Congiunzioni avversative. Si adoperano nelle proposizioni avversative e sono: sĕd, vērum (ma, che) servono a correggere o rafforzare; vero (ma, che) afferma con forza; autem (ma, poi) che continua il discorso; at (ma, ma tuttavia) che esprime per lo più un’obiezione; tămen (tuttavia, pur tuttavia); atqui (ma, ora); cetĕrum (del resto); attămen, verumtămen, sedtămen (ma pure, pur tuttavia); at vero (ma pure); enimvēro (in vero); verum enimvero (ma in vero).

Sed, verum e at si pongono in principio della frase; vero ed autem dopo una o più parole. Vero e autem enunciano un pensiero diverso, in lieve antitesi con il precedente e servono anche al passaggio da una parte all'altra del discorso.

Si usa spesso sed enim, at enim in maniera ellittica, sicché per avere il senso intero conviene sottintendere qualche altra cosa, per esempio: at enim viriclarissimi dissentiunt (ma veramente, c’è ancora un altro punto nella questione, poiché) (i più illustri personaggi sono di altro parere).



168. 
e) Congiunzioni conclusive. Sono coordinative e si adoperano nelle proposizioni conclusive: ĭgĭtur (dunque); ĭtăque (per tanto); ergō (dunque); ĭdeo, idcirco (perciò, però); proptĕrea (pertanto, perciò); proinde (laddove).

Igitur si pospone per lo più a un'altra parola, come: omnes igitur adsunt; al contrario si dice itaque o ergo omnes adsunt. Proinde si usa soltanto nelle proposizioni con l'imperativo o con il congiuntivo. Non si confonda ităque (pertanto), con ită+que (e così).

Si notino ancora le seguenti locuzioni composte: ob eam rem, ob eam causam, hanc ob rem, hanc ob causam, ea de re, ea de causa (per questa ragione); quocirca, quapropter, quam ob rem, quam ob causam (per la qual cosa, e perciò).



169. 
f) Congiunzioni causali. Si adoperano nelle proposizioni causali e possono essere coordinative: nam, namque, ĕnim, ĕtĕnim (poichè), quippe (essendo che), o subordinative: quĭa, quod (perché); cum (poiché, giacché) (§ 256 e seguenti); quŏniam (poiché); quando,quandoquĭdem (poiché, giacché).