Unione di sostantivi e aggettivi della prima e seconda declinazione.

24.
amīcus benignus (l'amico benigno)
dĭgĭtus parvus (il dito piccolo)
ăper fĕrus (il cignale feroce)
ăsĭnus piger (l'asino pigro)
dŏlus miser (l'inganno infelice)
damnum mŏdĭcum (il danno moderato)
furtum impĭum (il furto empio)
vīnum rubrum (il vino rosso)
praedium frugifĕrum (il podere fertile)
verbum libĕrum (la parola libera)
mālus onusta (il melo carico)
pĭrus amoena (il pero gradevole)
scriba doctus (lo scrivano dotto)
nauta laetus (il nocchiero allegro)
convīva aeger (il commensale infermo)
Scythes liber (lo Scita libero)



Altre particolarità della seconda declinazione.
25.
Nove aggettivi pronominali della seconda declinazione hanno il genitivo singolare di tutti o tre i generi in -īus, anzichè in , e il dativo in , anzichè in ; nel plurale sono invece regolari.

Questi aggettivi sono:


tōtus, -a, -um (tutto)
sōlus, -a, -um (solo)
ūnus, -a, -um (uno)
ullus, -a, -um, (alcuno, qualche)
nullus, -a, -um (nessuno)
ŭter, utra, utrum (quale dei due)
neuter, neutra, neutrum (nè l'uno nè l'altro)
alter, altĕra, tĕrum, (l'altro di due, il secondo) ălius, alia, aliud, (altro, con un'uscita particolare nel neutro)

Ecco per esempio come si declina tŏtus, -a, -um:


Nom.
Gen.
Dat.
Acc.
Abl.
totus, totă, totum
totīus, totīus, totīus
totī, totī, totī
totum, totam, totum
totō, totā, totō

Gli altri si declinano come totus; quindi si dice al genitivo solīus, ecc. e al dativo solī, ecc. Si tenga però a mente che alter al gen. conserva la e, e fa alterīus, dativo altĕri, ecc.; che uter e neuter perdono la e, e fanno utrīus, neutrīus, ecc., e infine che alius al genit. fa alīus e non aliīus, e. al dativo alĭi.