277. 
3° Tutte le proposizioni secondarie hanno anch’esse nel discorso indiretto il verbo al congiuntivo imperfetto o più che perfetto.

4° I pronomi, che nel discorso diretto sono di prima persona, nell'indiretto si esprimono con il riflessivo (sui, sibi, se, suus, raramente ipse) (cfr. § 238, 7, c). Il pronome di seconda persona del discorso diretto, si muta nel discorso indiretto con ille, talvolta con is, mentre per la terza persona il pronome usato è per lo più is e talvolta ille.

In consilio Aeduorum Dumnŏrix dixerat, sibi a Caesare regnum civitatis deferri (discorso diretto: mihi defertur). Consules scripta ad Caesarem mandataremittunt, quorum haec erat summa: Caesar in Galliam reverteretur, Arimĭno excederet, exercitus dimitteret (discorso diretto: revertere, excede, dimitte). Ei legationi Ariovistus respondit: “Si quid ipsi (al posto di sibi) a Caesare opus esset, sese ad eum venturum fuisse; si quid ille se vellet, illum ad se venire oportere. Praeterea se neque sine exercitu in eas partes Galliae venire audere, quas Caesar possideret, neque exercitum sine magno commeatu in unum locum contrahere posse; sibi autem mirum vidēri, quid in sua Gallia, quam bello vicisset, aut Caesari aut omnino populo Romano negotii esset.

Si usa talvolta la forma interrogativa invece della negativa.
Per esempio: quid est levius aut turpius? invece di nihil est levius aut turpius. Ciò occorrendo nel discorso indiretto, si conserverà tuttavia l'accusativo con l'infinito: tribuni militum nihil temere agendum existimabant; “quid enim esse levius aut turpius, quam auctore hoste de summis rebus capere consilium?”, che è come dire: nihil enim esse levius...

Anche le proposizioni relative si esprimono nel discorso indiretto con l'accusativo e l’infinito, quando qui vale et is, unde vale et inde ecc. Res defertur, esse civem Romanum, qui se Syracusis in lautumiis fuisse quereretur; quem iam ingredientem navem retractum esse et asservatum, invece di et eum iam ingredientem.

Quando il discorso indiretto dipende da un presente storico si può, invece dell'imperfetto congiuntivo, adoperare il presente congiuntivo (cfr. § 246).

Nel corso di un lungo discorso indiretto si usa anche in via eccezionale, dopo un perfetto storico il presente del congiuntivo.


Uso dei Participi

278. 
1. I participi hanno la forma di aggettivi, ma reggono gli stessi casi che i verbi da cui provengono.

2. Alcuni participi perfetti di forma passiva hanno, insieme con la passiva, anche la significazione attiva e tali sono: cenatus (mangiato a cena e colui che ha cenato); iuratus (giurato e colui che ha giurato); potus (bevuto e colui che ha bevuto); pransus (mangiato a colazione e colui che ha fatto colazione).